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CTA
Centro Teatro Animazione e Figure Gorizia
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
Il Bacio di una Morta
Dell´ominimo romanzo di Carolina Invernizio
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Alpe
Adria Puppet Festival
Gorizia
Kulturni Center Bratuz
Sabato 29 agosto ore 21
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Drammaturgia
: Antonella Caruzzi
Musiche di Verdi, Ponchielli, Puccini e altri
con:
Paola Roman, voce recitante
Olivero Pari, canto e pianoforte
Immagini
di Francesco Tullio Altan
Regia
di Alfonso Cipolla
Il
BACIO DI UNA MORTA è un frizzante divertissement tra il
letterario e il musicale; un fitto, scanzona Clara, fra
amori e gelosie, tormenti e delitti che portano a un epilogo
sorprendente. ato gioco di rimandi e di allusioni. È la
travolgente storia della contes
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L’amore
è un Pregiudizio - Concerto post San Valentino
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CHALET
ALLEMAND Parco Culturale Le Serre Via Tiziano Lanza, 31
– 10095 Grugliasco (T0)
Domenica,
febraio 16, ore 17.00
Ingresso
libero.
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Istituto
per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
Musiche
di P. Mascagni, G. Paisiello, A. Ponchielli, G. Puccini,
W. A. Mozart, F. P. Tosti, G. Verdi

con
(da sinistra) Gabriele Marzella (pianoforte), Ahava Katzin
e Laura Scotti (soprani), Oliviero Pari (basso)
Un
concerto veramente post San Valentino: non per coppiette
di teneri innamorati alla Peynet, non per single incalliti
sotto l’ala di San Faustino, ma un concerto per cuori
infranti che nulla vogliono più sapere dell’amore, anche
se sotto sotto…. Insomma un San Valentino per gli “svalentinati”
all’insegna di quel tragico pennellato di umorismo che
si nasconde in tante arie d’opera e in tante romanze da
camera.
Qualche titolo per render l’idea: “Or dunque addio”, “Non
t’amo più”, “L’ultimo bacio”, “Ella giammai m’amò”, “Lamento
d’amore”, “Mi tradì quell’alma ingrata”, “Sì, morir ella
dee”, “Suicidio”… Guardare fuor di sacralità l’opera lirica,
per coglierne l’aspetto più prettamente popolare, è quanto
si prefigge l’Istituto per i Beni Marionettistici e il
Teatro Popolare per mettere a punto una sua nuova progettualità
che guardi alla seconda parte del proprio nome, il Teatro
Popolare appunto, aprendosi non tanto a un pubblico di
nostalgici, quanto piuttosto a coloro che guardano all’opera
con sospetto, offrendo loro l’inaspettato, l’immediatezza
del canto che sa vibrare le corde del riso e del pianto,
ma anche le folli incongruenze che contiene. Complici
in questo giovani, ma solidissimi cantanti come Laura
Scotti e Ahava Katzin (soprani) o Oliviero Pari (basso)
che a una tecnica eccellente sanno coniugare quel giusto
disinganno e la voglia di divertire divertendosi.
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CORPI-DI-PINOCCHIO
disegni di Ruvèn Latiàni
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Grugliasco
Museo Gianduja in Villa Boriglione
Parco Culturale “Le Serre”
2
al 9 febbraio, ore 16-19
(lunedì chiuso).
Ingresso libero.
Inaugurazione
sabato
1 febbraio ore 18

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Città
di Grugliasco
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
Fondazione Nazionale "Carlo Collodi"
Unima (Union Internationale de la Marionette)
Società Le Serre
Durante
l’inaugurazione sarà presentato
il
libro-catalogo Ekphrasis dei Corpi-di-pinocchio
con
i contributi critici di Valerio Adami, Alfonso Cipolla,
Susanna Fresko, Laura Mercadante (Tera Mata Edizioni,
Bergamo).
«Chiunque sia il Pinocchio di Ruvèn Latiàni, va detto
subito, questi non è altro che filo. Filo e solo filo,
ovvero ciò che resta di Pinocchio una volta che Pinocchio
non c’è più, in quel Teatrino Celeste che orfano di Pinocchio
conserva solo i suoi fili recisi». (dall’introduzione
al catalogo di Alfonso Cipolla)
In
chiusura, domenica 9 febbraio alle ore 17 è previsto un
happening di drammaterapia condotto d Laura Mercadante
dal tema L’Io corpo-burattino
Ruvèn
Latiàni ha cominciato a disegnare con un unico tratto
filiforme corpi-di-pinocchio nel 1987, all'indomani del
risveglio da un coma causato da un incidente. Nell'orientare
un Pinocchio trans-personale, transgenico e alchemico
– che si pone oltre le avventure di Collodi, ma in risonanza
con esse – il disegno dell’archetipo-Pinocchio si è dibattuto
all'interno di un recupero psichico della sua personalità.
Nel corso del tempo, tanti disegni si sono succeduti,
ma sono rimasti muti dentro a delle cartelle. Ora, dopo
33 anni, Ruvèn Latiàni ne seleziona alcuni e decide di
mostrarli in una esposizione intitolata Corpi-di-pinocchio.
Scrive
Latiàni del suo lavoro: «Quello che posso dire di questi
disegni è che immagino la matita in un rapido movimento,
divenire lapis/lapsus... divenire pratica di meditazione,
una sorta di disciplina yogica attraverso il gesto di
un rigoroso e al contempo liberatorio segno a linea continua
che, perdendo la mano sul foglio, la ritrova altrove,
in altra dimensione»..
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